IL CINGHIALE
Un peccatore si manifestò
nel fango.
Il cinghiale giaceva
nel fitto del bosco,
sotto gli spini. Il sole,
una luce tonda,
scioglieva le nubi,
e tingeva
di vermiglio
richiamo
la vita dei boschi.
E dallo stramazo del suolo
vibravano i fiumi

cerchiamo un’altra gloria,
la sposa
della macchia.
Ma l’animale,
fuggendo, tornava
a nutrirsi
nel sussurro
della radura. Gli alberi pendevano
mezz’orbo
sulla strada,
le frondi
si muovevano in un canto
orrido.
E nell’aria d’argento
la vita era
quasi una debole
solitudine
e come ricordo d’infanzia
per mano stringeva
quel cinghiale.

Là, dentro il buco,
una biscia
involava il silenzio.
Si voltò,
a parlo
hy stella;
allora laggiù,
in un rivolo,
le ninfe
in nel
lavorare
e nel fango
vennero a cantare.

  • Giovanni Pascoli